SCILLA-Il leggendario Stretto di Messina
- katharinaaronis
- 22 mag
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Nel nostro viaggio verso Reggio Calabria, facciamo una sosta a Scilla, dove scopriamo il mito di 'Scilla e Cariddi'.

Dopo una breve deviazione a Napoli, continuo ora a raccontare del nostro viaggio attraverso la Calabria. Abbiamo già esplorato il pittoresco borgo di Pizzo con il suo celebre gelato Tartufo e ci siamo lasciati incantare dal canto mitologico delle sirene a Capo Vaticano. Ora vogliamo proseguire verso sud, diretti a Reggio Calabria.
Sulla via c'è Scilla, un piccolo paese che prende il nome dal mostro marino di Omero, Scilla. Ovidio scrive che Scilla un tempo era una ninfa amata dal dio marino Glauco. Tuttavia, Scilla rifiutò le sue avance, e così Glauco chiese aiuto alla strega Circe per conquistare il cuore di Scilla. Ma Circe stessa era innamorata di Glauco e, invece di aiutarlo, trasformò Scilla in un orribile mostro marino. Da allora, si dice che Scilla vivesse vicino all'attuale località di Scilla ed era temuta da tutti i marinai che attraversavano lo Stretto di Messina, poiché attaccava le navi in transito con le sue sei teste. Secondo Omero, sulla sponda opposta del mare, in Sicilia, viveva Charybdis, un altro mostro marino che inghiottiva enormi quantità di acqua marina tre volte al giorno per poi rigurgitarla, creando onde mortali per i marinai. Anche Ulisse, nel suo viaggio di ritorno verso Itaca, attraversò lo Stretto di Messina e dovette scegliere quale lato attraversare. Navigare lungo Charybdis, con le sue onde fatali, avrebbe significato la morte di tutta l'equipaggio. Il sogno di Ulisse di tornare a Itaca lo costrinse così a navigare lungo Scilla, accettando la perdita solo di parte del suo equipaggio. Anche oggi si dice che quando ci si trova "tra Scilla e Cariddi", si è davanti a due alternative ugualmente pericolose.
Alla fine, arriviamo a Reggio Calabria nel tardo pomeriggio, la capitale segreta della Calabria
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